DSA: 9 consigli per genitori
Difficoltà di apprendimento: consigli per genitori Quali sono i modi con cui un genitore può aiutare il proprio figlio con disturbo specifico di apprendimento a superare le proprie difficoltà?
Quali sono i modi con cui un genitore può aiutare il proprio figlio con disturbo specifico di apprendimento a superare le proprie difficoltà?
Di seguito alcuni consigli utili:
- Diagnosi precoce
Una diagnosi precoce può mettere gli studenti con difficoltà di apprendimento nelle condizioni di apprendere senza fatica e senza frustrazioni.
La valutazione specialistica e la diagnosi di DSA deve essere fatta da specialisti esperti mediante specifici test.
I servizi deputati sono l’ASL di appartenenza (Servizio di Neuropsichiatria Infantile o Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile o di Neuropsicologia), oppure specialisti che svolgono privatamente la libera professione, convenzionati o accreditati dall’ASL in base alla Consensus Conference 2012.
- Senso di solitudine e impotenza
Dopo una diagnosi può accadere che ci si senta inghiottiti da codici diagnostici, relazioni indecifrabili, nuove informazioni e che non si sappia più cosa sia meglio fare: possono emergere sentimenti come paura di sbagliare e solitudine.
Gli specialisti che hanno redatto la diagnosi, i maestri e i docenti possono essere un valido supporto.
- Equilibrio
È importante capire bene quali sono le difficoltà specifiche legate al bambino con DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO senza sottovalutarle e commettere quindi l’errore di credere che si tratti anche in buona parte di svogliatezza.
Attenzione però non bisogna diventare iper protettivi e credere che alcune difficoltà siano insormontabili.
L’obiettivo è far capire ai figlio che i disturbi specifici dell’apprendimento non sono una difficoltà insormontabile ma una caratteristica da scoprire per poter sfruttare al meglio tutte le sue risorse è necessario che anche i familiari ne siano convinti.
- Verità
I bambini devono sapere la verità rispetto al proprio disturbo specifico dell’apprendimento e devono comprendere di cosa si tratta. I bimbi si accorgono di avere delle difficoltà rispetto agli altri compagni e se queste non sono giustificate, non hanno un nome, possono iniziare a pensare erroneamente di essere meno intelligenti degli altri.
- Confronto e collaborazione
E’ fondamentale collaborare con gli insegnanti per comprendere insieme quale sia la strategia migliore e adottarla in ogni ambito, in modo che ci sia una continuità nelle strategie adottate e il percorso scelto si riveli funzionale. Ognuno ha il suo ruolo in questo ingranaggio che deve fluire in ognuna delle sue parti per permettere al bambino di vivere in un clima sereno, nel quale si sente accolto e supportato da tutte le figure di riferimento.
- Autonomia
Compensare le proprie difficoltà attraverso un metodo di studio adatto e gli strumenti compensativi funzionali per sfruttare al meglio le potenzialità: mappe concettuali, organizzazione del tempo, prendere appunti.
Questo aspetto è fondamentale non solo per la mera sopravvivenza scolastica, ma per dare le basi di una percezione di autoefficacia.
Esistono dei percorsi specifici per indirizzare i ragazzi alla scoperta di queste strategie.
- Voto
A volte diamo troppo peso alle valutazioni, sia positive che negative, togliendo importanza al percorso e focalizzandoci solo sul risultato che diventa ingombrante e spesso scambiato come bollino di lascia passare o meno. Insegniamo ai ragazzi l’importanza del percorso, quando hanno fatto un’interrogazione non chiediamogli subito “che voto hai preso?” ma cosa ha imparato, su che domande si è sentito di aver risposto bene e su quali invece ha avuto più difficoltà. Premiamo quindi ogni traguardo del percorso e quando invece c’è una caduta andiamo a comprendere quali sono le motivazioni. Gli errori sono da vedere come occasioni per comprendere meglio come affinare il piano di azione, sono importanti sentinelle che ci possono aiutare a capire meglio se ci sono dei passaggi che non sono stati compresi o se si è usato lo strumento sbagliato.
- Il tempo
A volte i ragazzi, soprattutto se ancora non hanno trovato un metodo di studio e non usano strumenti compensativi adatti, passano tantissimo del loro tempo sui libri, rinunciando così ad altre attività che potrebbero essere per loro importanti, gratificanti o rilassanti. C’è da lavorare per trovare gli strumenti e le strategie giuste per lasciare il tempo del gioco e quello necessario a coltivare passioni e interessi extra-scolastici.
- Attenzione ai segnali
Spesso la componente emotiva viene sottovalutata ma è un fattore molto importante e delicato.
Se ci sono dei segnali di malessere vuol dire che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. Un ambiente sereno in cui il ragazzo si sente a proprio agio è indispensabile: se qualcosa turba la sua serenità può compromettere il suo percorso
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