Mi chiamo Claudia Malaguzzi e sono una studentessa di 25 anni, disfagica.
DISFAGIA: UNA LIMITAZIONE CLINICO-PERSONALE O SOCIO-AMBIENTALE?
Mi chiamo Claudia Malaguzzi e sono una studentessa di 25 anni, disfagica.
La disfagia mi accompagna dal 2010. La diagnosi non è stata veloce né lineare perché gli specialisti nonostante ci fossero delle piccole evidenze negli esami clinici, non credevano che una ragazza giovane e atletica potesse essere disfagica senza una causa importante alla base.
Gli specialisti non lavorarono durante i primi 8 anni in team: ognuno di essi era alla ricerca di una causa e nel momento in cui non la si evidenziava, ripiegavano sul problema psicologico o la fobia del cibo. Non vi erano altre ipotesi e indirizzamenti verso altri specialisti.
Quindi ogni visita era come ripartire da zero, rifare gli stessi esami più volte e soprattutto la mia famiglia doveva cercare da sé gli specialisti con cui parlare.
Fortunatamente nel 2018 ho trovato degli specialisti che hanno iniziato a collaborare tra loro e la mia vita è nettamente migliorata, si è arrivati ad una diagnosi e a correggere il mio stile di vita che, purtroppo, non essendo calibrato sulla mia disfagia, mi aveva portato alla malnutrizione.
In quell’anno ho anche avuto la fortuna di avere persone nel mio quotidiano che mi aiutassero ad approcciarmi a cibi nuovi e mi spronavano a sperimentare preparazioni, oltre che a supportarmi nelle terapie.
Durante la mia riscoperta del cibo ho potuto notare come e quanto possa essere difficile convivere con la disfagia a livello pratico, proprio nella preparazione dei pasti. Ho creato quindi una pagina Instagram che si chiama Dysphagia Foods dove condivido le mie ricette e la vita di una persona disfagica potendomi così confrontare anche con altre persone disfagiche creando una rete di supporto ulteriore.
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